Le opere di Federico Carta, in arte Crisa, sono quasi sempre realizzate in zone complicate e il più delle volte su edifici abbandonati. A San Gavino l’artista cagliaritano si è espresso su una parete di una zona periferica con un murale che tratta del rapporto tra natura e urbanizzazione. Ciò che si vede potrebbe essere descritto come un microcosmo composto da oggetti abbandonati che cercano di dialogare col mondo reale. Questo caos è formato da residui tendenti a simboleggiare ciò che non ha più vita, che si mischiano tra loro legati dalle funi e sostenuti dal legno fino a rappresentare il concetto di instabilità del mondo. Anche per questo l’arte di Crisa può definirsi prosopopea, la figura retorica che tende a personificazione gli oggetti o dar voce a persone defunte. A causa anche del suo passato da writer, Federico tende a fissare l’attenzione sulle cose senza vita con l’obiettivo di farle tornare sotto forma di arte e colore come metafora di riscatto.

CRISA
Federico Carta nasce a Cagliari nel 1984. Autodidatta, ha sperimentato sin da bambino utilizzando materiali riciclati. A 12 anni ha iniziato a dipingere graffiti sui muri. Numerosi i suoi murales per spazi pubblici di varie città e periferie: dalla Spagna alla Croazia, dal Messico al Brasile. Le sue opere trattano il degrado e i problemi ambientali nei constesti metropolitani. Crisa, il suo nome d’arte, deriva da crisalide, la metamorfosi del bruco in farfalla.

Progetto artistico a cura dell’associazione culturale “Skizzo”.

Galleria fotografica a cura di Dennys Cambarau